Turris, gli errori da non ripetere più
Nemmeno un mese e ci si ritrova a parlare di un altro ribaltone in casa Turris. Baratto, Giacomarro, di nuovo Baratto: una doppia successione in panca in sole 4 settimane, che testimonia che finora le cose non sono andate come previsto o come ci si aspettava questa estate, come certificano anche i fischi di un Liguori ormai spazientito al termine della sconfitta interna col Gladiator.
GLI ERRORI DI GIACOMARRO – L’avventura del trainer siciliano a Torre del Greco è nata male e finita male. Il rischio che la scintilla potesse non scoccare lo si era percepito già dalle sue prime conferenze stampa, quando l’ex Grosseto si presentò in pompa magna e fece subito intendere di voler attuare una rivoluzione tecnica, quando forse non era proprio tutto da buttare, dato che la squadra aveva comunque ottenuto 9 punti su 12 a disposizione. Entrare e dire “finora avete fatto bene solo con le piccole, oppure faccio la difesa a 3 perché la squadra non riesce a fare 2 passaggi consecutivi, o ancora prendersela con i singoli dopo la prima partita”, col senno di poi non è sembrata la strategia migliore per conquistarsi lo spogliatoio. Giacomarro ovviamente non ha tutte le colpe e nessuno mette in discussione il suo valore tecnico, altrimenti non avrebbe vinto così tanto in carriera, ma a Torre del Greco ha peccato di presunzione, intestardendosi nel voler percorrere una strada che la squadra faceva fatica a intraprendere. Forte delle sue sicurezze, l’esperto tecnico di Marsala ha preteso che la squadra si adeguasse a lui e non viceversa, finendo per racimolare un rendimento in termini di punti inferiore al suo predecessore.
GLI ERRORI DEL CLUB – Dove finiscono gli errori di Giacomarro iniziano quelli della società, e non sono pochi… La stessa scelta di Giacomarro e l’esonero forse frettoloso di Baratto si sono rivelati entrambi due azzardi pagati a caro prezzo. Alla fine ci si è lasciati attrarre dallo spessore mediatico e dal curriculum di Giacomarro per placare la pressione dell’ambiente col nome ad effetto, trascurando però che si trattava di un allenatore che negli ultimi anni aveva praticato con regolarità la difesa a 3 e che la sua idea di gioco richiedeva tempo ma soprattutto giocatori precisi, anche suoi fidati. Un profilo per certi veri anche incompatibile con gli attuali equilibri di questa società, nella quale ogni suo componente esercita un ruolo preciso. In questo contesto magari un normalizzatore avrebbe avuto più successo rispetto ad un professore di calcio, dal progetto affascinante ma di non facile attuazione in corso d’opera e con un mercato lontano.
E se il cambio tecnico non è bastato per invertire la tendenza, significa che qualche errore c'è stato anche in estate nella costruzione della rosa, che già dalle prime gare sembrava importante nei singoli ma allo stesso tempo poco assortita. Già dalle prime uscite era evidente che questa squadra, per puntare prepotentemente alla Lega Pro come era stato prospettato, aveva bisogno di un centrale di livello oltre a Di Girolamo e De Gol, di una valida alternativa in mediana e di un attaccante con caratteristiche diverse in avanti, dove oggi c’è abbondanza di prime punte ma penuria di seconde sguscianti e brevilinee. E questo è un grande rammarico, perché gli investimenti economici sono stati fatti e sono stati importanti, probabilmente superiori ogni altra squadra del girone I, ma magari potevano essere sfruttati meglio senza alcuni capricci personali, vedendo piuttosto quello di cui aveva realmente bisogno la rosa.
GLI ERRORI DA NON RIPETERE – Per fortuna il mercato non è lontano e bisognerà sfruttare la sessione dicembrina per apportare quei pochi ma importanti ritocchi che permetterebbero anche al resto del team di esprimersi meglio. L’importante sarà arrivare a quel punto ad una distanza ragionevole dalla vetta, altrimenti sarebbe tutto inutile. Richiamare Baratto equivale ad un’ammissione di colpa da parte della società, che dopo l’uscita dalla Coppa lo aveva esonerato in fretta e furia, adducendo come motivazione il fatto di non aver mai visto un gioco convincente durante la sua gestione. Ora lo stesso club deve dimostrare di essere veramente convinto dell’utilità di questo passo indietro e ciò lo può fare soltanto sostenendo l’allenatore sempre e comunque, sicuramente più di quanto fatto nella prima fase del campionato. Altrimenti darebbe la sensazione che il richiamo di Baratto è stato dettato soltanto dalla rassegnazione. Dubbi che qualche tifoso ha anche sollevato in maniera legittima. Ora sta alla proprietà smentirli. Senza dimenticare che, nonostante tutto, nulla è ancora irrimediabilmente compromesso…