Napoli e Gabbiadini, due mesi per dirsi addio
Due gol tra campionato e Champions in 434'. Bottino misero quello di Manolo Gabbiadini che ben rappresenta il momento difficile che sta vivendo a Napoli. Prima la partenza di Higuain e poi l'infortunio di Milik sembravano aprirgli le porte per quel ruolo di primo piano agognato già nella scorsa stagione, quando anche subentrando o nelle poche occasioni avute riusciva sempre ad incidere, fino a risultare tra i primi tre giocatori del campionato per rapporto minuti/gol. Ed invece ad inizio stagione è subito scalato dietro il bomber polacco nelle gerarchie e nell'ultimo mese, dopo con l'infortunio dell'ex Ajax, non è riuscito ad incidere quando schierato titolare (Roma, Crotone, Besiktas) con Sarri che in questa fase - nonostante la difesa nelle dichiarazioni post-partita a fronte di partite senza spunti e fiammate - sembra preferirgli persino la soluzione del falso nove.
Da parte di Sarri non sembra esserci fiducia incondizionata, ma da Gabbiadini ci si attendeva sicuramente di più. La reazione di Crotone, proprio in una delle tre occasioni da titolare dopo il ko di Milik, ha mostrato la fatica dal punto di vista caratteriale a prendersi quella leadership lì al centro del tridente. Il rosso gli ha poi negato le sfide con Empoli e Juventus, mettendo in difficoltà anche i compagni con Mertens spremuto e Insigne senza ricambio a sinistra. Difficoltà oggettive, tecniche e psicologiche, che hanno messo in discussione il futuro: il rinnovo del contratto era cosa fatta ed invece rischia di saltare (per volontà di entrambe le parti). A gennaio arriverà un attaccante e, in base al recupero di Milik, per l'attaccante italiano potrebbe prefigurarsi anche una cessione. Nonostante il periodaccio le pretendenti non gli mancano, ma nel prossimo mese si giocherà tanto.